Sono una persona orribile.
Ho sempre pensato che questo sarebbe stato il metodo giusto per esprimermi e per far arrivare i miei pensieri alla gente. Sostanzialmente sono una chiacchierona, parlo tantissimo, soprattutto da sola. Ma so anche che il canale audiovisivo per me è il male. Ho provato, in passato, ad esprimermi tramite video o simili, ma non è la cosa che mi riesce meglio. Soprattutto perché sono una persona che si incarta tanto quando parla e sbaglio tantissimo nella scelta delle parole. Poi, parlando tanto, far entrare tutto ciò che voglio dire in un video di una durata decente per non risultare pesante o insopportabile. Certo, andavo per improvvisazione quindi, non avendo una scaletta, non sapevo mai come gestirmi la registrazione del video, e mi perdevo in discorsi inutili. Avrei potuto prepararmi un copione o un canovaccio da seguire, ma mi rendo conto che non sarei in grado di “recitare” ciò che ho scritto. Anche provando a registrare ciò che scrivo qui sul blog, mi viene malissimo. Poi, non sarei propriamente videogenica quindi non mi sento esattamente a mio agio nel registrarmi.
L’unica cosa che, secondo me, sarebbe più adeguata alle mie “problematiche” è lo streaming. Che sia su Instagram, Tiktok o Twitch è indifferente. Per me l’improvvisazione delle live è migliore. Io stessa ne guardo tantissime, su ogni argomento. Quindi sarebbe davvero bello poterne fare, magari più avanti, in un momento più tranquillo della mia vita.
E arriviamo al perché sono una persona orribile.
Sono una persona scostante. Non riesco a tenere fede agli impegni che prendo. Mi piace fare tante cose, le inizio anche con tanta buona volontà ma magari vedo che non vanno come desidero io o che un qualcosa non è uscito esattamente come immaginavo, e mi demoralizzo subito. Non si tratta del seguito o di followers, non è quello che mi interessa. Prima le mie stronzate le raccontavo a quelle 4 persone che mi conoscono ed ero contentissima ugualmente, è proprio alla base, il mio problema. Certo, ho scelto un macrosettore in cui addentrarmi, complicato, ma è ciò che mi piace, ciò che mi fa passare le giornate in tranquillità e ciò di cui parlo con le persone che conosco. Quindi, trattare altro è difficile. Considerando che ho quattrocento miliardi di input, mi fa piangere la mia mancanza di costanza, ma sono una persona che si butta giù facilmente. Magari ho anche una bella idea ma non riesco a realizzarla come si deve e rinuncio subito a tutto. Avevo grandi progetti per questo blog, magari farlo diventare qualcosa di grande, un piccolo progetto con una mia cara amica che non so se riuscirò a realizzare, ma ci sono momenti che mi spingono a dirmi: “ma cosa fai? Lascia perdere tutto e vai a cagare”.
Un altro grande punto di questo sproloquio è il fatto che ritengo di non avere, in realtà non ne ho e basta, le competenze adatte per parlare di ciò che parlo. Mi reputo una persona scarsamente preparata, a differenza di tutte le persone, bravissime, che seguo e che fanno il loro lavoro con grande dedizione e conoscenza. Penso che l’essere fruitrice di determinati prodotti non mi da diritto di dire: “questo prodotto fa schifo, o meno”. Ho timore di risultare presuntuosa nel momento in cui, mi esprimo su qualcosa. Dopotutto c’è gente che ha studiato e che fa questo con cognizione di causa, ma poi mi dico che ho diritto anche io di avere il gusto del bello e di esprimere la mia opinione, senza insultare nessuno ovviamente.
Dopotutto sono una semplice serie tv addicted, che per vedere il nuovo episodio della propria serie preferita aspettava il giorno dopo la messa in onda americana per avere la puntata sottotitolata da quei santi senza volto che facevano la maratona di New York per regalarcela subito e non farci inciampare in spoiler su spoiler. Quanti virus ha preso il mio computer, poverino, per farmi guardare in pace Supernatural senza prendermi spoiler in faccia nei gruppi su Facebook. Ricordo che era il 2017 e quell’anno finivano The Vampire Diaries, Teen Wolf e Pretty Little Liars e si faceva a gara per guardare i fatidici finali prima degli altri. Ricordo i pianti ancora oggi. (non ho visto PLL ancora)
Sono una fan delle serie tv da anni ormai e amo questo ambiente con tutta me stessa. Ormai questi prodotti non sono più un qualcosa di secondario. Ormai le serie sono un culto, per noi fan di vecchia data, e per i nuovi. Quindi è pieno di gente che ne parla, spesso mi chiedo del perché alla gente dovrebbe interessare la mia opinione. Dopotutto sono una signora nessuno e i social sono saturi di persone che parlano di tutto, non vedo perché il mio pensiero debba essere considerato valido da voi.
Forse ho passato troppo tempo a sentirmi non degna di essere ascoltata, a sentirmi dire di non essere brava abbastanza, ad essere meno degli altri. Ah che belli i traumi dell’infanzia, dove i bambini vengono paragonati costantemente tra loro. È logico che dopo anni ci troviamo in queste condizioni, perché abbiamo passato una vita intera ad essere detti di non essere quello che dovevamo essere.
Quindi ora, a 25 anni, mi ritrovo a pensare che, se in 3 elementare avessi studiato di più, ora sarei migliore di come sono adesso (non ho scelto la 3 elementare a caso eh). Costantemente messa a paragone con le mie compagne più brave, con gli amici che prendevano 10, quando io il massimo che portavo a casa era un 7. Il costante essere messa a paragone con gli altri mi ha portato a perdere la voglia di fare, e forse è per questo che mi trovo qui a scrivere. Ho perso la voglia.
Questo discorso super senza senso è un flusso di pensieri. Che non vuole dire nulla, in realtà. Avevo bisogno di parlare di questa cosa che mi porto dentro da anni. Mi ha portata a riflettere sul perché, se a 25 anni, non ho ancora trovato la mia strada, forse è perché quel giorno di tanti anni fa mi è stato detto che non ero brava come Giuditta (nome di fantasia) che sicuramente avrebbe trovato una strada migliore della mia. Io, a tutte le Giuditta della mia vita, ora voglio bene ma, in passato, ho odiato un pochetto, perché erano migliori di me, senza sforzo, da quello che mi facevano capire gli adulti.
Perché non ero brava come Giuditta? Perché, forse, avevo altre qualità. Perché lo studio non era il mio forte. Ma amavo la matematica, Dio se amavo la matematica. Ringrazio ancora oggi la maestra Lalla, che mi ha fatto amare questa disciplina così complicata che mi faceva andare fuori di testa.
Vabbè dai, ora vado, i brutti ricordi mi stanno sommergendo e voglio chiudere questo discorso dicendo che ho deciso che ci proverò. Ci proverò davvero. Voglio continuare a scrivere e lo farò. E se voi sarete con me ve ne sarò eternamente grata.
Vi saluto, un bacio!!